Brennan e Dale, ormai raggiunta la soglia dei 40 anni, vivono ancora con rispettivamente la madre e il padre, senza lavorare. Quando i due genitori si incontrano e decidono di sposarsi, i due diventano così fratellastri, e si troveranno a dover condividere non solo la camera da letto ma anche la vita assieme. Come due bambini, ne combineranno di tutti i colori, dapprima non andando d’accordo e rovinando la pace e la tranquillità dei loro genitori, quindi scoprendo di avere più cose in comune del previsto, e combinando così ancora più guai.


Step Brothers fa indubbiamente ridere, perchè i due attori riescono ad interpretare magnificamente il ruolo dei due ‘bamboccioni’, vagamente ritardati o emotivamente instabili, incapaci di relazionarsi col mondo circostante, strappando ben più di un sorriso: l’infantilismo portato agli estremi e le loro facce assurde li rendono due maschere comiche irresistibili. Andando oltre, il film impugna il concetto della difficoltà del distacco, da parte di due persone che hanno subito dei traumi nell’adolescenza, da quelle che sono le sicurezze di quando si è piccoli (i propri genitori, che danno la paghetta e pensano ad ogni cosa) e dai sogni irrealizzabili (il voler essere un dinosauro rende bene il concetto a fine film) per passare ad una vita rigida e ambiziosa come quella del fratello di Brennan, che è felice (o crede di esserlo) vendendo elicotteri e facendo soldi a palate.

Ma alla fine i buoni propositi dei due trionferanno sul cinismo, o forse sull’incapacità di vedere il bambino dentro di sè, degli altri. Una commedia simpatica e abbastanza originale.

  1. Antonio Albanese torna al cinema con “Senzadubbiamente” nei panni di Cetto La Qualunque

Dovremo pazientare fino al 21 Novembre per l’uscita del prossimo film di Antonio Albanese. Ancora una volta, vestirà i panni di Cetto La Qualunque; politico corrotto, perverso e depravato.

Un personaggio diventato famoso grazie agli sketch nel programma tv di Mediaset, “Mai dire Gol”. Tempo dopo (2011) è diventato un film da Cineblog01, “Qualunquemente”, campione d’incassi al botteghino. Dopo appena un mese dall’uscita, il film aveva già guadagnato oltre 15 milioni di euro, diventando uno dei maggiori successi italiani di quell’anno.

E non è finita qui. Antonio Albanese e la sua pellicola ottengono 3 nomination ai David di Donatello, 2 ai Nastri d’Argento, 1 al Globo d’Oro, ed infine 3 nomination ai Ciak d’Oro. Albanese cavalca l’onda del successo e l’anno successivo, nel 2012, uscirà il sequel “Tutto tutto niente niente”. Quest’ultimo dopo un mese, incasserà 8 milioni di euro.

Ora, non ci resta che attendere il prossimo divertentissimo film “Senzadubbiamente”.

Cetto La Qualunque

Si tratta di un personaggio politico calabrese, la sua specialità è fare promesse mirabolanti e raccogliere applausi scroscianti dal pubblico. Nelle sue campagne elettorali si propone come grande innovatore, con idea ai limiti della realtà. Tra questi c’è quella di riempire la Calabria di cemento armato e costruzioni e, ben più famosa, quella di aggiungere un’abbondanza di belle donne al territorio.

L’abbiamo visto in lotta per la carica di Sindaco di Marina di Sopra, piccolo comune calabrese, con il suo acerrimo nemico Giovanni De Santis. Quest’ultimo fa parte della “politica-bene”, un candidato che punta al reale miglioramento del paese ma che non riesce a competere con il successo che riscuote Cetto La Qualunque. Viene spesso offeso durante i comizi, con il pubblico che inneggia a Cetto e il suo partito “Cetto c’è”.

Diventato famoso anche il linguaggio da “ignorante” di Cetto, che trasforma le parole in avverbi come qualunquemente, comunquemente, spessatamente, senzadubbiamente.

Senzadubbiamente

Il ritorno di Cetto La Qualunque è già un successo. Su Youtube ed altre piattaforme è uscito il teaser del nuovo film, un video di 1 minuto che fa subito capire che l’ex-sindaco di Marina di Sopra non è affatto cambiato. Nel primo film ha tentato l’ascesa politica usando i suoi mezzi preferiti : corruzione, mezzi amorali e pragmaticità. Nel secondo invece è stato eletto sindaco, per poi precipitare nel baratro fino ad essere arrestato.

Nel terzo film invece, assisteremo all’uscita di Cetto dal carcere e alla sua ricerca di un degno erede. La sua fortuna è ormai agli sgoccioli e decide di “formare” il figlio Melo in modo tale da farlo diventare suo erede. Ricordiamo che Melo non somiglia affatto a Cetto e, anzi, sembra il perfetto contrario. Sarà sicuramente un film tutto da ridere, con le solite scene ironiche a cui Antonio Albanese ci ha abituato. Già dal teaser si può capire la grande comicità del film, che esce proprio nel periodo della crisi di governo italiana.

Riuscirà Cetto a conquistare l’Italia e gli italiani ? Noi crediamo di si.

Il mondo della produzione cinematografica hollywoodiana è una giungla spietata, fatta di interessi economici enormi, problemi che da piccoli possono diventar giganteschi, di arrivismo e star lunatiche. Ben (Robert De Niro), produttore cinematografico, si trova proprio a dover lottare in questo difficile mondo: all’anteprima di un nuovo film, che rischia di diventare un clamoroso flop, gli vengono concesse due settimane per raddrizzare le cose.
Il film ha un tono che vorrebbe essere di malinconica comicità, sebbene non riesca ad essere nè comico nè drammatico.

Il mondo spietato di Hollywood, con le sue eccentricità, registi alcolizzati e drogati, star primedonne che si fanno correre dietro e danno di matto, e dati di marketing e pubblicità che costringono i finali dei film sono al centro della trama, così come le difficoltà che il povero produttore cinematografico si trova a dover fronteggiare, incluso il rapporto con la moglie da cui è separato. De Niro risulta molto convincente e a suo agio in questo ruolo, così come le altre star presenti (Bruce Willis e Sean Penn nei panni di loro stessi). Tuttavia probabilmente molte sfumature sono forse rivolte ad una stretta cerchia di addetti ai lavori, e più difficilmente apprezzabili dal vasto pubblico, che troverà, soprattutto nella prima parte, piuttosto noioso il film. La comicità è solo allusa, coperta da un velo di tristezza, e le scene davvero divertenti sono solo un paio, oltre al fatto che l’idea di fondo del film non è il massimo della novità, ma anzi piuttosto scontato.

Val la pena comunque di guardarlo per gli interpreti azzeccati e l’ottima recitazione di tutti gli attori, nonostante qualche pecca al montaggio del film, e in particolare alla colonna sonora che risulta in alcuni punti di enfasi eccessiva.

Dagli stessi registi e sceneggiatori di Epic Movie, ecco un’altro film-parodia degli ultimi recenti film passati per le sale cinematografiche. La trama vede un gruppo di amici che, durante una festa, si trovano al centro di un attacco di meteoriti che minacciano la cittą intera: per salvarsi dovranno affrontare numerosi pericoli e riportare al suo posto un misterioso teschio di cristallo.
Come si capisce gią a larghe linee, il film segue la trama di Cloverfield, infarcendola di rimandi ad altre pellicole come Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. Troviamo citati 10000 a.C., Juno, Wanted, Hancock, Zohan, Le cronache di Narnia – Principe Caspian, Una notte al museo,

Come d’incanto, Iron Man, Hulk, Hellboy, Alvin Superstar, Batman, Speed Racer, Beowulf, Kung Fu Panda e The Love Guru. Ritroviamo le atmosfere di High School Musical e personaggi presi di mira quali Amy Winehouse, Anna Montana e Michael Jackson. La sequela di citazioni appare soltanto una sconclusionate accozzaglia senza senso di volgaritą, rutti infiniti, palpeggiamenti e stupide battutine che possono suscitare, in uno spettatore medio con cervello connesso, la sola domanda del perchč si debba perdere del tempo in una visione del genere, per un film che non fa ridere se non al pił in un paio di scene (magari quelle dello scoiattolo Alvin idrofobo e del panda Po di Kung Fu Panda possono strappare un sorriso per via degli assurdi pupazzi utilizzati). I film citati si susseguono legati assieme da una trama traballante dal solo scopo di metter dentro al copione, uniti, il maggior numer possibile di film trascorsi.


Insomma, il filone demenziale non solo purtroppo sembra non trovare una fine, ma nemmeno uno scopo sensato.

Dopo aver provato, senza successo, ad entrare nell’arma dei carabinieri, Checco, grazie a spintarelle, riesce a farsi assumere come capo della sicurezza del duomo di Milano, che ha aumentato i controlli in seguito al pericolo di attentati. Nel suo eccesso di zelo ne combinerą di tutti i colori, ma si innamorerą di Farah, ragazza musulmana in Italia proprio con l’intento di far saltare in aria la madonnina del duomo.


L’esuberante e dall’umorismo tutto particolare Checco Zalone, lanciato alla notorietą dal palco di Zelig, ci immerge nel suo mondo caratterizzato da una semplicitą gentile e che sfiora l’idiozia, un candore ingenuo e dannoso per gli altri nello stesso tempo, che non manca di ricreare una serie di gag divertenti. Di mira vengono presi i classici stereotipi sui meridionali, chiassosi festaioli e furbetti, ma a loro modo capaci di contagiare con il calore umano e la generositą. Altro tema trattato č quello della diversitą di religione e usanze, prese naturalmente dal punto di vista critico e dissacrante di Checco: non sono risparmiati nč i musulmani (‘Ma.. abitate in Islam?’ chiede Checco) nč papa Ratzinger, che diventa amichevolmente Joseph.


Un film che, conoscendo un po’ il target di battute del protagonista, stupisce per la quasi assoluta mancanza di parolacce, e per le battute non scontate e spiritose che garantiscono una mancanza di monotonia per lo spettatore. Il travolgente stile del protagonista e la sua visione ironica di sč stesso e della realtą italiana ed internazionale rendono gradevole una pellicola che comunque č accompagnata da un cast di tutto rispetto: Rocco Papaleo, padre di Checco e militare dell’esercito italiano in missione all’estero, con il solo scopo di finire di pagare il mutuo; Ivano Marescotti, il colonnello dei carabinieri che diventa ossessionato suo malgrado da Checco; Caparezza in una breve apparizione in cui impersona sč stesso. Un film che fa scappare una risata sincera e sentita: rispetto ad un panorama comico medio italiano che vede ancora spopolare delle volgaritą tipo ‘Natale sul Nilo’, decisamente ‘Che bella giornata’ si pone su tutto un altro livello.

Sulla cima di un monte tibetano, il maestro di saggezza Tsu Nam (Giovanni) dona lezioni di vita ai suoi due discepoli Pin e Puk (Aldo e Giacomo).
Le improbabili saggezze del maestro fanno da cornice, all’ombra di un enorme Ginkgo Biloba, a 4 episodi di vita reale (o surreale) dove protagonisti sono chiaramente i tre comici.

Abbiamo una prima storia che vede la partenza per le vacanze estive di tre famiglie, che si concluderà nel modo più particolare e stravagante; quindi ci spostiamo in una chiesa, dove il parroco, il suo aiutante e un devoto parrocchiano saranno alle prese con una insolita somma di denaro, che potrebbe aiutarli a risolvere molti problemi; il terzo episodio vede i protagonisti, in una ambientazione da castello magico che fa l’occhiolino ad Harry Potter, impersonare alcuni ritratti che, appesi al muro, nella noia di una vita da dipinto, si fanno scherzi e cercano una via di ‘evasione’; infine l’episodio Temperatura Basale, dove Giacomo è alle prese con problemi di impotenza, e si vedrà costretto a seguire i consigli più che originali di dottori e santoni.
Una miscela quindi eterogenea, che va dal comune all’incredibile, dal sacro al profano, mostrando che, in qualsiasi situazioni ci si trovi, tutto è possibile, e quindi in un certo senso il Cosmo è proprio su un comò, raggiungibile da tutti nella sua varietà.


Di certo Ado Giovanni e Giacomo possono piacere o non piacere: le loro situazioni comiche, strettamente legate ai problemi quotidiani (il denaro, le vacanze, le relazioni con le donne) vengono trattate con il consueto spirito allegro e un po’ chiassoso, ma sono anche in grado di lanciare anche uno sguardo malinconico alla durezza della realtà e ai problemi quotidiani, e, forse per questo, risultano vicini allo spettatore. Volti noti del panorama comico italiano fanno da comparse, come Raul Cremona (il dentista dell’ultimo episodio) o Angela Finocchiaro (la dottoressa Gastani Frinzi sempre nel quarto episodio). Brevissime apparizioni anche del ‘Jean Claude’ (Marcello Cesena, che firma così la sua regia) e di Federica Cifola di Mai Dire Domenica.

Essendo due film di pessimo gusto, le recensioni verranno pubblicate nello stesso articolo (in effetti non c’è moltissimo da dire…)

Epic Movie

Il filone dei film demenziali, che sbeffeggiano numerosi film di questo periodo, prosegue dopo i vari Scary Movie con questo Epic Movie: 4 orfani, Lucy, Edward, Susan e Peter, trovano casualmente i biglietti d’oro per una visita alla fabbrica di cioccolato di Willy Wonka, e qui un armadio attraverso cui giungeranno nel mondo di Gnarnia. Questo mondo, che ricalca le Cronache di Narnia, è dominato dalla perfida BiancaGnocca: i 4 orfanelli le si opporranno, aiutati da imprevedibili personaggi (il Jack Sparrow della Maledizione della prima luna, che qui diventa Jack Squallor, e da un particolare Harry Potter) e contrastati dagli aiutanti della regina, come il Silas tratto dal Codice Da Vinci, con tanto di cilicio.


I rimandi ai film si moltiplicano, andiamo dal codice Da Vinci, a Snakes on a plane, SuperNacho, Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, per proseguire con Borat, Cambia la tua vita in un click, Superman Returns, X-Men e vari programmi televisivi americani, il tutto nel classico stile ‘se non è assurdo non lo vogliamo’.
Le citazioni demenziali si alternano a ritmi rappeggianti, battute volgari, vomitate infinite e colpi ai genitali.
Questo film non mi ha fatto ridere più di tanto, almeno non come i suoi predecessori Scary Movie; lascia un po’ a desiderare anche il carnet di battute che si limita alle solite volgarità, eccezion fatta per qualche storpiatura riuscita dei film presi in giro.

Funeral Party

Un funerale per un caro parente diventa sede di un carosello comico quando le gelosie, i segreti inconfessabili e una buona serie di allucinogeni si fondono insieme tra i partecipanti, in questa commedia inglese. Si aggiungono inoltre un ricattatore, che svela segreti del defunto, e un innamorato respinto continuamente. Il film di per sè non sarebbe male, ma manca completamente di ritmo, le scene divertenti non sono valorizzate, il tono risulta piatto, gli attori ciondoloni sembra che si debbano ricordare le battute, forse anche per la mancanza di un qualche minimo sonoro di fondo che faccia da binario a questo treno un po’ sgangherato di film: insomma un po’ come assistere alle sit com televisive senza gli applausi finti di sfondo. Anche il ritmo di certe scene risulta troppo lento: nel complesso il film non è inguardabile, ma queste pecche lo rendono un gradino più basso di quel che poteva essere.