Che Bel Pasticcio – La Recensione

Dopo aver provato, senza successo, ad entrare nell’arma dei carabinieri, Checco, grazie a spintarelle, riesce a farsi assumere come capo della sicurezza del duomo di Milano, che ha aumentato i controlli in seguito al pericolo di attentati. Nel suo eccesso di zelo ne combinerą di tutti i colori, ma si innamorerą di Farah, ragazza musulmana in Italia proprio con l’intento di far saltare in aria la madonnina del duomo.


L’esuberante e dall’umorismo tutto particolare Checco Zalone, lanciato alla notorietą dal palco di Zelig, ci immerge nel suo mondo caratterizzato da una semplicitą gentile e che sfiora l’idiozia, un candore ingenuo e dannoso per gli altri nello stesso tempo, che non manca di ricreare una serie di gag divertenti. Di mira vengono presi i classici stereotipi sui meridionali, chiassosi festaioli e furbetti, ma a loro modo capaci di contagiare con il calore umano e la generositą. Altro tema trattato č quello della diversitą di religione e usanze, prese naturalmente dal punto di vista critico e dissacrante di Checco: non sono risparmiati nč i musulmani (‘Ma.. abitate in Islam?’ chiede Checco) nč papa Ratzinger, che diventa amichevolmente Joseph.


Un film che, conoscendo un po’ il target di battute del protagonista, stupisce per la quasi assoluta mancanza di parolacce, e per le battute non scontate e spiritose che garantiscono una mancanza di monotonia per lo spettatore. Il travolgente stile del protagonista e la sua visione ironica di sč stesso e della realtą italiana ed internazionale rendono gradevole una pellicola che comunque č accompagnata da un cast di tutto rispetto: Rocco Papaleo, padre di Checco e militare dell’esercito italiano in missione all’estero, con il solo scopo di finire di pagare il mutuo; Ivano Marescotti, il colonnello dei carabinieri che diventa ossessionato suo malgrado da Checco; Caparezza in una breve apparizione in cui impersona sč stesso. Un film che fa scappare una risata sincera e sentita: rispetto ad un panorama comico medio italiano che vede ancora spopolare delle volgaritą tipo ‘Natale sul Nilo’, decisamente ‘Che bella giornata’ si pone su tutto un altro livello.

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